L’ex Juventus, Fabio Cannavaro, avrebbe raggiunto l’accordo con il club giallorosso: al capolinea l’avventura di Caserta
Fabio Cannavaro sta per diventare il nuovo allenatore del Benevento, ormai deciso ad esonerare Fabio Caserta. Manca solo l’ufficialità ma l’ex difensore della Juventus e dell’Italia campione del mondo nel 2006 avrebbe raggiunto l’accordo con il club del presidente Oreste Vigorito e dovrebbe firmare un contratto della durata di 2 anni. Per Cannavaro sarebbe la prima esperienza da allenatore in Italia dopo quelle vissute in Cina. Il Benevento, dopo 6 giornate, occupa il 13° posto in Serie B a quota 7 punti ed è reduce da 2 sconfitte consecutive.
L’ex Pallone d’Oro e capitano della Nazionale debutta in assoluto in un campionato italiano per aver effettuato scelte diverse, molto distanti dai suoi coetanei ed ex azzurri che, da Fabio Grosso a Massimo Oddo, hanno preferito dedicarsi alla carriera da tecnico.
L’esperienza in Cina e la pandemia
La sua ultima esperienza in panchina risale al 2021 quando sciolse consensuale del suo contratto – complice la pandemia – con il Guangzhou Evergrande, squadra allenata dal 2017. Prima le esperienze in Arabia Saudita con l’Al-Nassr e quelle in Cina con Guangzhou Evergrande appunto e Quanjian, oltre alla nazionale. Esperienze che si sono accumulate sempre all’estero e in campionati ritenuti ricchi, ma non competitivi al pari della Premier e della Liga, per proporre degli esempi concreti.
La Nazionale e il Pallone d’Oro
In Nazionale, Cannavaro ha collezionato 136 presenze (due i gol), ed è secondo nella classifica di tutti i tempi con l’Italia alle spalle di Gigi Buffon (176), vincendo da grande protagonista il Mondiale del 2006 in Germania, ai rigori contro la Francia. Le sue prestazioni superlative incantarono critica e tifosi che arrivarono ad affibbiargli un soprannome impegnativo, “il Muro di Berlino” e lo hanno sicuramente agevolato nell’impresa più ardua: vincere il Pallone d’Oro.
Quinto italiano a ricevere questo premio dopo Omar Sivori (1961), Gianni Rivera (1969), Paolo Rossi (1982) e Roberto Baggio (1993), figura tra i pochissimi difensori che può vantare questo prestigioso premio in bacheca.