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Elogio a Vujadin Boškov

Vujadin Boškov con le sue perle di saggezza ci faceva ridere, ma allo stesso tempo ammiravamo e ci esaltavamo per le sue imprese sportive.

I primi anni novanta scorrevano lenti, guardavo il calcio in Tv, ridevo alle battute di Vujadin Boškov e mi preoccupavano delle interrogazioni. Il grande desiderio era il Super Nintendo, con gli amici riempivamo i diari scolastici con foto delle schermate di gioco prese dalle riviste di settore: Fifa, Super Ghouls’n Ghosts, Street Fighter II e Super Metroid .

Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0.

Dove c’è amore c’è dolore, e ricordo ancora la sofferenza per quel goal di Ronald Koeman nella finale di coppa campioni ’91-’92 contro la Sampdoria di Vujadin Boškov. Il mediano olandese con una punizione saetta piegò le mani al fortissimo Gianluca Pagliuca, consegnando al Barcellona la sua prima Coppa Campioni. Ero dispiaciuto sopratutto per Vujadin Boškov, che per me era più simile ad uno zio che ad un allenatore di calcio.

Vujadin Boškov con le sue perle di saggezza ci faceva ridere, ma allo stesso tempo ammiravamo e ci esaltavamo per le sue imprese sportive. La Sampdoria faceva tremare l’Europa intera nei primi anni ’90, Vujadin Boškov era l’allenatore dei “ragazzi terribili”, organizzazione di gioco, tattica, moduli modernissimi? Nulla di tutto questo, Vujadin Boškov era un condottiero, un motivatore. Vujadin Boškov era la guida al servizio dell’estro di Vialli e Mancini, della tecnica di Toninho Cerezo e Beppe Dossena.

Benny Carbone con le sue finte disorienta avversari ma anche i compagni

Gli anni ’90 sono stati per noi quarantenni il periodo d’oro del calcio italiano, tra amici si discuteva spesso, nessuno sapeva scegliere tra chi meritava o non meritava la nazionale, erano tanti ed erano tutti forti i calciatori italiani della serie A. Vujadin Boškov era un dei personaggi di rilievo di quel calcio, che a mio dire resterà irripetibile. Vujadin Boškov era serbo, ma per tutti noi era italianissimo. Idolo indiscusso di tutti gli appassionati del nostro calcio, prescindendo dal tifo, perché era una persona vera, che riusciva ad ironizzare e riportare tutti a i toni giusti con educazione ed ironia.

Rigore è quando arbitro fischia

Quando un bambino capisce che gli adulti sono imperfetti, diventa adolescente. Quando li perdona, diventa adulto. Quando perdona se stesso, diventa saggio. Quando muore uno dei nostri miti d’infanzia, si spegne una lucina in fondo al cuore e la fanciullezza  si fa più lontana. Tutti invecchiamo, ma gli eroi, quelli veri non muoiono mai, continuano a vivere nella nostra memoria e nei nostri ricordi d’infanzia: ti abbiamo voluto tanto bene zio Vujadin Boškov, ciao.

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