Il fratello del centrocampista della Juve attraverso i social rivela altri dettagli dell’oscura vicenda, tra stregoni e contatti con ambienti malavitosi
Le falene che invasero lo Stade de France durante la finale dell’Europeo del 2016 vinto dal Portogallo contro la Francia proprio allo Stade de France, i pizzini piantati nel prato all’Old Trafford, la nottata da incubo di Kylian Mbappé al Parco dei Principi, l’infortunio di Ronaldo; un po’ tutti penserebbero che siano eventi causati dalla natura, dalla fisiologia di un calciatore, dalla pressione e dalla qualità degli avversari ed invece, secondo la ricostruzione di Mathias Pogba, sarebbe tutta opera del marabutto Ibrahim, detto Grande, pagato da Paul Pogba per influire sui risultati e colpire avversari e concorrenti. Allo stregone venivano consegnati fino a 100mila euro a malocchio, sempre in contanti. Nella notte è arrivata un’altra sfilza di messaggi di Mathias Pogba, il fratello del bianconero, accusato di estorsione è in carcere, ma che continua a raccontare i retroscena della faida familiare grazie a dei video automatizzati: “Se vedete questi messaggi significa che sono in carcere…”.
ll messaggio di Mathias diretto al fratello Paul Pogba
Nonostante sia in carcere per estorsione, Mathias ha programmato un bot per fargli pubblicare a scadenze predefinite i messaggi e i video in questione. Dopo un preambolo di vari tweet, con tanto di lettera aperta al centrocampista, Mathias legge di nuovo un lungo testo per svelare come Paul per anni, fin dal 2015 abbia pagato uno stregone, presentandogli dall’ex parigino Serge Aurier, oggi al Nottingham Forrest. Ibrahim, alias Grande, sarebbe anche il marabutto dell’ex nazionale Alou Diarra e di molti altri giocatori e personaggi dello spettacolo. Negli anni, Ibrahim sarebbe diventato sempre più influente nella vita del centrocampista. Una sorta di confidente che veniva pagato dai 75mila ai 100mila euro a prestazione, anche due volte al mese. Secondo Mathias, Paul ne richiedeva gli interventi per cercare di condizionare le partite, far infortunare gli avversari, frenare l’ascesa di colleghi.