La prima produzione di figurine sportive è quella Nannina figurine, iniziata nel 1947. Si potevano ritagliare dalle pagine di una pubblicazione periodica e raccogliere in un albo arricchito da aneddoti, lettere da parte dei lettori ecc. Le figurine riguardavano primariamente calciatori e ciclisti.
Alla fine del 1960 Giuseppe Panini (che insieme al fratello Benito aveva creato l’Agenzia Distribuzione Giornali Fratelli Panini) acquistò un lotto di vecchie figurine sfuse invendute delle edizioni “Nannina” di Milano, le imbustò e mise in vendita a 10 lire la bustina (ognuna conteneva due figurine). Fu un successo: 3 milioni di bustine vendute. L’anno successivo i Panini decisero di “fare tutto in casa” stampando le figurine e realizzando anche il primo album (con, in copertina, il grande giocatore del Milan di allora Nils Liedholm): 15 milioni di bustine. Era nata la mitica collezione Calciatori.
La produzione Nannina continuò fino al 1970, quella Panini esiste ancora ed è leader mondiale nella produzione di figurine, oltre alla pubblicazione di almanacchi sui vari sport e allo sviluppo di varie iniziative nel settore per ragazzi sui nuovi media.
Ora, la domanda chiede PERCHÈ si fanno le figurine dei calciatori. È quello che mi chiedevo anch’io, osservando i miei fratelli fare queste collezioni, scambiarsi le figurine con gli amici e giocarci.
Le frasi fatidiche erano: ” Ce l’ho. Ce l’ho. Manca…” pronunciate con gioia o disappunto a seconda della situazione; e poi la ricerca di quelle mancanti e lo scambio dei doppioni… in effetti credo che i miei fratelli si divertissero molto e questo, insieme alla passione per il calcio, è probabilmente quello che ha tenuto in vita la raccolta delle famose figurine Panini, fino ai giorni nostri.
(questo articolo è tratto da un post sul social network A&Q Quora.it, scritta da Rose Bazzoli)