Niente “OneLove”, i capitani delle 7 nazionali che avevano aderito all’iniziativa rinunciano ad indossare ai Mondiali in Qatar la fascia con il cuore arcobaleno in appoggio alla comunità LGBTQ.
La Fifa ha mostrato tutto il suo dissenso minacciando sanzioni e provvedimenti disciplinari. I giocatori delle 7 squadre che erano determinate ad indossare la fascia in appoggio alla comunità LGBTQ, si sono arresi, non ci sarà “OneLove” in Qatar. Nessuno indosserà quello che non solo sarebbe stato il simbolo dell’inclusività, soprattutto in favore della lotta per la libertà delle scelte sessuali, ma una bandiera da sventolare proprio in un paese che ancora ostacola molti diritti della persona. In più, il “One Love” sarebbe stato un simbolo scelto “dal basso” e non quello ufficiale, colore unico di sfondo con la scritta “No discrimination”.
La Francia, tramite il suo capitano Hugo Lloris, già aveva annunciato di rinunciare all’inziativa. Erano rimaste in sette ad insistere nel loro proposito di indossare la coloratissima fascia “OneLove”: Inghilterra, Olanda, Galles, Germania, Belgio, Danimarca e Svizzera. Dopo che anche le Federazioni inglese e tedesca si erano ripetutamente schierate per il diritto dei capitani di indossare la fascia di loro scelta, la Fifa è intervenuta, minacciando sanzioni e squalifiche a termini di regolamento: “l’arbitro, qualora un giocatore indossi attrezzatura o gioielli non autorizzati, sarà invitato dall’arbitro, che gli infliggerà un’ammonizione, a uscire dal campo”.
La discussione tra la FIFA e i club ha visto tirare in ballo tutti gli argomenti sul tema, ma ognuno è rimasto fermo sulle sue posizioni, la Fifa ha imposto il suo volere, le nazionali hanno ceduto. A colpi di accuse, palesi o meno, il caso “OneLove” si scatena attorno al Mondiale. I dirigenti delle 7 nazioni determinate ad indossare la fascia hanno comunicato: “come federazioni non possiamo mettere i nostri giocatori in questa posizione, eravamo pronti a pagare delle multe ma non possiamo mettere i giocatori a rischio di essere ammoniti o costretti a lasciare il campo. Siamo molto frustrati dalla decisione della FIFA, che è senza precedenti.”